sabato, aprile 14, 2007

Parangàl I: Ostriche al forno

Ok, le ostriche vanno mangiate CRUDE... Al di là del pericolo più o meno immanente in questa procedura (mai sentito parlare di epatite A o salmonella nei molluschi crudi? o anche solo qualche bella intossicazione di massa...), alla sottoscritta le ostriche crude non piacciono. Non ci trovo nessuna soddsafzione nell'ingurgitare intero (perchè, a detta degli intenditori NON SI DEVONO MASTICARE, a detta mia MI DA' FASTIDIO FARLO) un corpicino freddo e gelatinoso inondato di succo di limone ("trucco" adottato dai pescatori per scongiurarne l'eventuale tossicità- ma fatemi il piacere...), che ti lascia in bocca una scia- avete presente la bava della lumaca? Se come me non ci pensate nemmeno a mangiarle crude o con queste poche poche parole vi ho fatto passare la voglia di farlo, leggete bene quanto segue e vi delizierete con questo meraviglioso frutto del nostro mare... perchè- dimenticavo- fra le prede dell'altro giorno c'era pure qualche piccola ostrica!Prima di tutto bisogna aprirle. Non sono esattamente la ersona più adatta per spiegarvi come farlo, ma ci proverò ugualmente. Prendete un bel canovaccio o un asciugamano da cucina, con il quale vi riparerete la mano con cui afferrate il mollusco, che va tenuto con il lato piatto verso l'alto. L'altra mano sarà armata con un coltellino affilato ma possibilmente non a punta, che cercherete con delicatezza ma con decisione di far penetrare tra le valve dell'ostrica. La zona meno inattaccabile è quella del peduncolo, ossia dove le due conchiglie sono unite anche quando sono aperte, quindi cercate di coninciare dalì. Una volta entrati con il coltello muovetelo piano piano luno il perimetro della conchiglia cercando di staccarne il contenuto: è una specie di braccio di ferro, perchè se il mollusco è bello arzillo (e ve lo consiglio, altrimenti buttate tutto perchè significa che è già passato a miglior vita) tira maledettamentre forte, tanto quasi da non permettervi più di sfilare il coltellino! Ma voi sarete più forti di un piccolo mollusco, no? Quando l'avversario cede, aprite piano la conchiglia sopra un piatto, facendo attenzione a non sprecare la preziosa e saporitissima acqua in esso contenuta. Sempre con il coltellino, staccate il mollusco dalla valva e mettetelo da parte. A questo punto, scoprendo il prezioso frutto "impanato" di sabbia, vi potrebbe venire la tentazione di sciacquarlo sotto l'acqua: GIAMMAI! Perdereste gran parte del suo netto sapore di mare... Meglio sgranocchiare un po' di sabbia!

Ed ora la MIA preparazione. Devo confessare che in rete non c'è molto sulle ostriche cotte, quindi ho dovuto ingegnarmi.
Ho preparato una besciamella non troppo densa con un cucchiaino di burro, uno di farina e l'acqua delle ostriche (le dosi sono ristrette, perchè la materia prima era pochina); se risultasse troppo densa si può diluire con un po' d'acqua o latte- a scelta. Si mescolano i molluschi con la besciamella preparata, si versa il tutto nei gusci (io ho rispolverato dalla dispensa anche un guscio di capasanta per fare da "sottopiatto") e si inforna a 180° per circa 10 minuti. Il risultato? Provate e me lo direte voi!!!!

2 commenti:

Daniela @Senza_Panna ha detto...

Siamo in due a non amare troppo le ostriche crude?

Solo una volta le ho mangiate buonissime in un ristorante giapponese con una salsa leggera al limone credo o allo zenzero ma con altre spezie

venere ha detto...

Potrebbe essere un'idea... anche se la consistenza viscida rimane...