venerdì, aprile 13, 2007

Impressioni sul parangàl

A noi che siamo gente di pianura
navigatori esperti di città
il mare ci fa sempre un po' paura
per quell'idea di troppa libertà...
...E quando ci fermiamo sulla riva
lo sguardo all'orizzonte se ne va
portandoci i pensieri alla deriva
per quell'idea di troppa liberta'...
(umberto Tozzi e Raf)


Il parangàl in dialetto gradese è un lungo filo da pesca con attaccati tanti ami (centinaia), ognuno con la sua esca ed è utilizzato per catturare anguille, branzini e quant'altro si voglia impigliare in questa trappola mortale.

Ieri mattina Venus ha fatto fruttare il suo giorno di ferie infrasettimanale partecipando ad una pesca miracolosa con l'Uomo della piscina. La sua partecipazione, ovviamente era solo di sostegno morale e naturalmente di rifornimento cibario, in quanto completamente digiuna di quanto può riguardare la conduzione di una barca e tantomeno la pesca...Di buon mattino i due si sono imbarcati per ritirare i parangài che l'esperto pescatore aveva calato ieri sera, per prendere, secondo le sue intenzioni, anguille e branzini. E' un lavoro molto paziente: si conduce la barca a passo d'uomo (o, meglio, a "nuotata" di Venus- che è la stessa cosa...)e si ritira pazientemente il filo in barca, ripiegandolo, staccando le esche rimaste ed ordinando gli ami in fila sul bordo della cassetta. Nel caso in cui ci sai qualche preda, beh, si agisce di conseguenza. Naturalmente le bestioline non sanno che uno dei compiti per cui sono state create (e qui qualcuno potrebbe ribellarsi, ma si tratta della mia opinione e, come tale, ve la vendo) è quello di sfamare noi "bestie" umane...
Quindi si ribellano alla cattura e solo l'abilità permette di issare a bordo il giusto premio per la fatica e la pazienza. Beh, sono state issate molte prede oggi:
branzini ed anguille dal parangàl,
peverasse scavando con il dito sotto la sabbia (e qui Venus ha dato il suo contributo...),

seppie e ghiozzi dalle nasse (la nassa è un tipo di rete a forma cilindrica, con un invito ad entrare a forma di imbuto: i pesci entrano e spesso non sono più in grado di uscirne...)

ed un granzoporro incazzatissimo con un piccolo retino e molta agilità per non farsi spaccare un dito ole fortissime chele. I panorami stupendi, la pace, il rapporto diretto con la natura ed i suoi figli, lo stupore e la meraviglia nel poter apprezzare i frutti di un duro e paziente lavoro hanno reso quest'esperienza indimenticabile e mi hanno fatto desiderare di provare ad entrare in contatto con questi pesci come non avevo mai fatto: avete mai accarezzato un pesce, pulendolo a mani nude? Provateci...Non mi resta che ringraziare dal profondo del cuore Chi mi ha permesso di vivere questa favolosa esperienza...
QUI alcune belle immagini di Grado e della sua laguna...
PS: nei prossimi giorni la mia parte di lavoro in cucina!

6 commenti:

cat ha detto...

belli i pesciozzi e chissà che buoni! belle anche le foto della vita di laguna in bianco e nero, da ragazzini, al mare, sull'adriatico vicino ravenna, io e mio fratello ci alzavamo presto per andare a"fioccinare" i canolicchi nella sabbia della bassa marea, che bella pasqua hai pasato, saluti marini cat

Giovanna ha detto...

e che favolosa esperienza!!! anch'io sono stata una volta a pesca di ricciole. E' pesca azzurra ma in versione maxi. Avevo 15 anni ; a parte un po di mal di mare , bellissima esperienza anche per me

JAJO ha detto...

Giorno di ferie sfruttato alla perfezione: bellissima giornata a contatto con la natura :-D

Mi hai fatto venire una voglia di scappare dall'ufficio...... :-D

Jacopo

venere ha detto...

Cat: ottimi, nei prossimi giorni posterò le ricettine! Ah! Prendevate le capelunghe col ferro... Questa pesca non l'ho ancora provata, ma chissà...
Gio: sicuramente la barca aveva altre dimensioni...
JAJO: magari sempre così...;-)))

pierosalvatore ha detto...

Il Parangàl....che bello...in Abruzzo si chiama la "togna", uno strumento da pesca davvero divertente...uno strumento da pesca che mi fa sentire odore di pecorino freddo (ovviamente mi riferisco all'ottimo vino bianco, compagno delle zuppe di pesce delle nostre zone). Buon divertimento e buona Salute!!

venere ha detto...

Oh Pier! Hai finito di fare le uova (di Pasqua)? Naturalmente il pecorino vino non lo conosco... lo trovassi mi ricorderò del tuo consiglio!